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al testo di Pietro Menditto
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Di’ un cortese silenzio a questa luce fredda, a questo frusto impero di reperti noti, nel giorno che vuote alla vergine lasciarono le orbite a colmarsi della ridda dell'antico buio, dei penosi voti. Resta alla finestra che non luce, un solo dito non levare: nulla più risponde all'indice nell'aria immota, la tua ottava resterà per sempre muta. I sonagli delle rime belli, i compìti giri sotto le volte armoniche disturbano il letargo dei vampiri, le pubescenze oscene ai pipistrelli. Fissa senza dolore la lastra che tramontana lustra, schermo che deraglia da questo nostro male. Sorpassa l'astro, transita il suo scherno, e piove solo lame – ghiaccio che non fonde – la stella indifferente di Natale. Non fare che il ricordo di te fanciullo ti assalga all'ampio davanzale, anch'esso diaccio, alla vanità della spelonca, al fiato supposto di un asino e di un bue, al pargolo Narciso, nato, cresciuto, ucciso… Nemmeno ascolta la lingua che risale, - dimentica! - che ti parlò identica nel mese che il chicco macera, che di te ancora parla, tu tradotto a una partita domenicale, ma rapito sopra i voli alti della sfera, a piangere le facce delle case dipinte del vivente sole ( come in croce ) e più su ancora drappeggiarsi le colline del liquore di quella stessa luce. Ma sta’ nell'ombra vera che è tutto quanto resta della festa annunciata, della disfatta promessa e poi sepolta. Sta’ nell'unica posa, invulnerabile, nell'intermittenza delle finte stelle che desquamano la pelle. E ascolta! Con pazienza animale, ascolta ( tu mondo ) declinare la digestione dell'immane, insaziato intestino di questo im-mondo. Augura al sole di partirsi con l'ipocrita calore dall'incline zodiaco e sfarsi in mille miliardi di faville. E che tutto questo basti a toccare l'alba di domani, del vero oscuri o adombrati intrighi, a cernere martirio e noia, stretti o sciolti gli ombelichi, con o senza pane, vino ed emozione. E scorda pure la poesia che cominciasti, col cantico del grillo, il ruggito del leone: La polvere dei treni che immortali / rese le case intorno alla stazione…
(1986)
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